Benvenuti nel perfetto caos

alla ricerca di notizie, informazioni e idee nel sistema più caotico e perfetto creato dall'uomo

mercoledì 24 giugno 2009

ISOLA (pubblicato su "Scrivi e strappa" di A. Suizzo, 2009)

Ogni giorno respiro quest'aria infame,
vagante tra montagne di munnizza
s'una terra martoriata e offesa.
Triangolo governato dai collusi, colletti bianchi
nati stanchi,
con i potenti e i mafiusi: gente rispettabile e di chiesa,
gente insospettabile che pesa
la vita del simile con due danari
e uccide chi ne scopre gli affari
loschi e chi li combatte senza timore.
Scrivere stanca vera e mente
quando quelli che d'intorno
nemmanco fanno finta, il giorno
e la notte, di sapere niente.
Atavica omertà, per l'ànica strizza di perire, che
lentamente sta macchiando e rovinando in basso
una terra di suo florida e vitale.
In questa totale perdizione
resta il tuo passo inceder delicato
l'unica speranza di riscatto e salvazione;
l'occhio tuo, limpido mare concentrato
che mi fa trasalire d'improvviso,
e pieghi la chioma in un sorriso
che lascia un fioco lume
nell'animo mio disperassegnato. (2008)

A. Suizzo

Le ceneri di Catania (pubblicato su LEFT n. 8 del 22 febbraio 2008)


È l’ottava di S. Agata, l’ultimo atto della festa più importante per i cittadini catanesi che salutano la loro patrona. La rivedranno l’anno successivo come da tradizione. Chi invece non rivedranno più è il sindaco Scapagnini che si dimette con l’intento di occupare una poltrona al Senato nel nuovo partito di Berlusconi. Con la voce rotta dalla commozione, ricorda i suoi 8 anni di governo, periodo in cui “ho dato tutto quello che poteva, con il cuore e con il cervello, alla mia Catania”. Otto anni per più di 800 milioni di euro in debiti accumulati.
Un’amministrazione “di peso” quella del politico partenopeo. Sin dagli esordi, nel 2000, quando insieme a lui (qualcuno diceva anche “al posto suo”), governava il leader del Movimento per l’autonomia Raffaele Lombardo in qualità di vicesindaco. La sua indubbia capacità nella gestione dei soldi pubblici ha portato ad una falla enorme nelle casse comunali: gli ultimi dati trasmessi dal Comune di Catania e dalla Cassa depositi e prestiti, segnalano 508 milioni di euro quale valore nominale dell’indebitamento complessivo, ai quali si aggiungono circa 416 milioni di debiti derivati, per un totale che sfiora il miliardo. Cifra confermata, tra l’altro, dagli ispettori ministeriali inviati da Padoa-Schioppa dopo l’interrogazione parlamentare del deputato Pdci Orazio Licandro.

Il sacco di Catania inizia nel 2001, ma i primi segnali del mal governo arrivano con il bilancio del 2003 su cui pesano più di 40 milioni di euro di debiti. È il periodo delle consulenze selvagge, dei corpi di ballo brasiliani che attraversano l’oceano a spese dei contribuenti catanesi. Iniziano ad accadere fatti inspiegabili. Nessuno, ancora oggi, è risuscito a svelare il mistero delle quote azionarie della Catania Multiservizi, società partecipata del Comune, appartenenti a Italia Lavoro ed acquisite dall’amministrazione ad un prezzo esorbitante. Perchè Scapagnini, potendo avvalersi nel 2002 del diritto di prelazione per acquistarle ad un prezzo vantaggioso, circa 1,8 milioni di euro, fa in modo che non avvenga l’aggiudicazione in prima istanza e successivamente in bilancio fa stanziare allo scopo 4 milioni di euro?

L’anno dopo gli amministratori chiudono con altri 40 milioni di debiti. Lombardo nel frattempo ha abbandonato la nave riuscendo a farsi eleggere presidente della Provincia regionale. Il 2004 è l’anno degli sprechi finalizzati alla raccolta di consensi per la nuova tornata elettorale che s’avvicina. È il periodo dei pranzi pre-elettorali organizzati in alberghi di lusso per i dipendenti delle partecipate Multiservizi e Sostare, durante i quali Scapagnini sfodera sorrisi a centinaia di possibili elettori e Aldo Canuto, amministratore delegato della Multiservizi, nonché capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, rassicura i consiglieri dell’opposizione dicendo che il buffet non è a carico della sua società. È pure l’anno del più importante premio televisivo italiano, il “Prix Italia”, fortemente voluto dall’amministrazione di centro-destra per il grande ritorno di immagine per la città. Ora, di quest’ultimo aspetto non vi sono dati certi. Ma il debito di 1 milione di euro con la Rai, quello è sicuro.

Il 2005 viene ricordato poi per i rimborsi dell’indennità “cenere lavica”, dopo l’insistente pioggia di polvere proveniente dall’Etna, compresi tra 300 e 1.000 euro, erogati ai 4.000 dipendenti del Comune tre giorni prima delle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale. Una coincidenza? A chiarire il dubbio ci pensa la magistratura, che ha aperto un procedimento, tuttora in corso, a carico di Scapagnini e di otto dei suoi assessori con accuse che vanno dall’abuso d’ufficio alla violazione della legge elettorale.
Il 2006 è l’anno di Catania Risorse e della finanza creativa. Trovandosi obbligati dalla legge italiana e dal patto di stabilità europea a ripianare entro tre anni i debiti accumulati nel 2003, pena la dichiarazione di dissesto e il commissariamento, Scapagnini e i suoi inventano un’operazione finanziaria su cui la Corte dei Conti esprime più di una perplessità, “con particolare riguardo ai tempi con i quali la stessa è stata effettuata ed alle modalità relative all’individuazione e valutazione degli immobili da dismettere”. Sono tempi serrati e modalità al limite della legge. Dopo la costituzione, il 24 ottobre 2006, della s.r.l. Catania Risorse a totale partecipazione pubblica, alla fine di dicembre si procede a periziare in maniera grossolana i beni immobili, a farli approvare in consiglio comunale e a svenderli il 31, l’ultimo giorno dell’anno, alla neonata società partecipata. Non è altro che una cessione fittizia. È come se il Comune vendesse i suoi beni a se stesso, ma visto che con i suoi 900 milioni di euro di disavanzo non è più credibile agli occhi delle banche, ci prova con un gioco di prestigio. I più maligni pensano ad un’emergenza voluta per favorire il solito imprenditore e nei palazzi comincia a circolare un nome: Italease. La società dell’immobiliarista arrestato Danilo Coppola sarebbe interessata all’acquisto degli immobili.
L’opposizione al consiglio insorge, alcuni catanesi si costituiscono in comitato per contrastare questa operazione e la sovrintendente ai beni culturali, Maria Grazia Branciforti, dirama una nota per avvertire il Comune della nullità dei trasferimenti. Qualche giorno dopo la giunta comunale con una delibera chiede all’assessorato regionale competente di adottare provvedimenti nei confronti della sovrintendente, che viene sostituita con un ex assessore provinciale dell’Mpa.
Tutto sistemato, il “buon governo” continua, grazie al silenzio stampa garantito dall’imprenditore, nonché gestore del più importante giornale (La Sicilia) e di numerose televisioni, Mario Ciancio, e all’appoggio di chi conta davvero nella parte orientale dell’isola. Ovvero il prossimo candidato a sindaco di Catania Filippo Drago, figlio dell’andreottiano Nino, da qualche giorno fuoriscito dall’Udc per confluire nel Pdl. E l’ex presidente della Provincia Raffaele Lombardo attualmente in corsa per lo scranno di Palazzo d’Orléans che fu dell’amico Cuffaro. Lombardo, battezzato come il naturale successore di Totò “vasa vasa”, è l’uomo che muove i fili del potere in tutta la Sicilia orientale, un “campione” nella raccolta dei consensi: amicizie, consulenze ed incarichi professionali, concorsi pubblici banditi in prossimità delle elezioni, promozioni nelle Asl e negli altri enti pubblici e l’inserimento di suoi uomini nei più importanti posti di potere. “Non ha alcun timore ad utilizzare fondi pubblici per la ricerca di consensi, come è accaduto, ad esempio, alla Multiservizi provinciale”, dice il consigliere provinciale di Rifondazione Giuseppe Furnari. E i voti arrivano, numerosi. Lo sa bene Berlusconi che, dopo la rottura con l’Udc, pare intenzionato a intervenire direttamente nel vespaio politico siciliano: il suo luogotenente Gianfranco Miccichè, vuole la poltrona di presidente della Regione, ma al cavaliere l’inarrestabile macchina elettorale di Lombardo fa gola, eccome.

Nel 2007 cominciano ad esplodere tutte le contraddizioni di un’amministrazione in stato confusionale ed assediata dai creditori. La bomba “rifiuti” è a un passo dall’esplodere, non tanto per le proteste degli spazzini che non ricevono lo stipendio da mesi, ma per la società Sicula Trasporti s.r.l., che gestisce le discariche di rifiuti solidi urbani per conto del comune etneo. Da tempo minaccia di sospendere il servizio di raccolta e smaltimento per l’enorme credito accumulato, circa 13 milioni di euro. Catania potrebbe diventare, dopo Napoli, il secondo caso di discarica urbana a cielo aperto.
L’illuminazione pubblica viene garantita a macchia di leopardo. Oltre i quartieri periferici, il centralissimo corso Italia e le zone limitrofe alla villa Bellini sono al buio. Sono state illuminate durante le festività agatine solo grazie all’intervento del prefetto Giovanni Finazzo, che ha supplicato l’Enel, creditore di decine di milioni di euro, di riaccendere i lampioni della città.
In questo mare di debiti si inseriscono anche le aziende partecipate. “La gestione in house di manutenzione e di altri servizi essenziali per il cittadino – dice il consigliere del Pd Giuseppe Berretta – si è rivelata disastrosa. La Multiservizi, da quando il sindaco ha piazzato i suoi uomini, gestisce la maggior parte delle commesse per il Comune senza bandi, decidendone il costo, che spesso è fuori mercato”.
Un altro enigma è la gestione deficitaria dell’Amt, l’azienda del trasporto pubblico. Un carrozzone con circa 1.000 dipendenti che produce ogni anno 35 milioni di euro di debiti per l’amministrazione, di cui 15 previsti e 20 di disavanzo. Un’azienda con il 30% dei mezzi fermi in officina, ma senza possibilità di riparazione visto il deficit raggiunto. La stessa azienda che da tre anni non paga i contributi Inps dei dipendenti, perché a stento riesce a coprire gli stipendi al netto delle ritenute.

E siamo al 2008, l’anno della fuga politica di Scapagnini. Solo poche settimane prima sbandierava il suo impegno e la sua fedeltà per quella che egli continua a definire la sua città. Poi, mentre i catanesi sono distratti dalla festa della patrona, fa le valigie, dichiarando di voler supportare il capoluogo etneo dai banchi del Senato. Non fa alcun riferimento invece alla possibilità dell’immunità parlamentare che parecchio lo favorirebbe nei vari procedimenti a suo carico, da quello citato per le indennità della cenere lavica, all’altro per i parcheggi Europa e Lupo in cui è indagato per abuso d’ufficio aggravato e continuato. In particolare è accusato, insieme ai suoi collaboratori, di aver favorito due noti imprenditori catanesi, Ennio Virlinzi e la Cisa spa di proprietà di Mario Ciancio, durante appalti che il gip definisce “simulacri di gara”. E di aver permesso, a giochi fatti, una modifica sostanziale della concessione trasformando dei semplici parcheggi sotterranei (costruiti in pieno centro, nonostante il traffico di automobili che soffoca la città) in due centri commerciali.
A questo punto la speranza dei catanesi è che Scapagnini non riesca a raggiungere palazzo Madama, altrimenti potrebbe continuare a “supportarli” come ha fatto sino ad oggi da sindaco.
A. Suizzo