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martedì 11 maggio 2010

Scuole a rischio (pubblicato su Left-L'Isola Possibile n. 18 del 7-5-2010)

“In Sicilia arriveranno 35 mln di euro”. Calogero Foti, dirigente della Protezione civile per la provincia di Palermo, esulta per i fondi approvati dal Cipe qualche giorno fa e destinati agli interventi urgenti nel settore dell’edilizia scolastica. Ma quando mostra i risultati del monitoraggio regionale sugli elementi non strutturali degli edifici scolastici e dei relativi interventi, viene fuori che solo per la provincia di Palermo non basterebbero 40 mln di euro. Se a questi aggiungiamo quelli necessari per il resto della Sicilia e quelli per le carenze strutturali degli edifici, quei fondi in arrivo non sono che una goccia nel mare.
“Non sappiamo bene quanti siano i fondi, quando arriveranno e come saranno spesi – commenta l’arch. Trentacosti, dirigente per l’edilizia scolastica dell’Assessorato regionale alla pubblica istruzione – di sicuro si sa che la Regione ha impegnato 15 mln di euro e che sono stati impiegati per 70 interventi urgenti”.
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All’Ufficio Scolastico Regionale lamentano scarsa comunicazione con la Protezione civile. “Ecco queste sono le ultime due comunicazioni del direttore generale dell’USR datate 25/02 e 22/03 2010, per richiedere aggiornamenti sulle verifiche degli edifici – dice il dott. Cècala e continua – pensi che l’ultima riunione del Gruppo di Lavoro, istituito dall’Assessorato regionale alla presidenza, risale al 20 novembre 2009”. Sullo stato del monitoraggio rispondono dalla Protezione Civile. “Le verifiche – afferma l’ing. Foti – sono quasi completate, mancano solo i dati della provincia di Trapani e dei comuni di Catania e Favara”.
A parte questo lavoro di verifica la situazione delle scuole siciliane, rispetto all’anno scorso, è rimasta invariata e i punti critici sono troppi.
Il rapporto Ecosistema scuola di Legambiente, nel 2009 fotografava una situazione ad alto rischio per la Sicilia: il 94% di scuole a rischio sismico e il 25% a rischio vulcanico; certificati di agibilità statica solo per il 36% delle scuole, quelli di agibilità igienico-sanitaria per il 25% e quelli di prevenzione incendi per il 35%.
Ecosistema scuola 2010 non registra cambiamenti. Un dato che fa riflettere riguarda la percentuale di scuole costruite in Sicilia dopo il 1974, circa il 37%. Dato molto alto rispetto ad altre regioni del nord, ma in contraddizione con la richiesta di interventi di manutenzione urgenti per il 40,75% degli edifici. Insomma più scuole recenti, ma evidentemente costruite male.
C’è il problema delle scuole in affitto o ubicate in edifici ad uso abitativo. Palermo e Messina ne detengono il primato. Secondo un recente rapporto della sezione scuola del PD, delle 281 scuole di Palermo 88 sono in affitto con tariffe che raggiungono, a volte, i 300.000 euro l’anno. E i soldi pubblici non sempre finiscono in buone mani. “Ci sono delle scuole che sono in locazione al Comune di Palermo e altre alla Provincia di Palermo”. A parlare è Elio Collovà, l’amministratore che il Tribunale di Palermo, alla fine degli anni ’90, ha messo a gestire tutti i beni sequestrati a Francesco Zummo ed al figlio Ignazio, i quali, dopo la condanna con Vito Ciancimino, hanno subìto un altro processo per concorso esterno in associazione mafiosa. Condannati in primo grado, assolti in appello, stanno attendendo la pronuncia della Cassazione.
A fotografare, infine, la situazione quotidiana di degrado e insicurezza che vivono migliaia di studenti siciliani è lo stesso monitoraggio operato dalla Protezione Civile, in cui si rilevano problemi di soffitti pericolanti, presenza di amianto da dismettere, parapetti e cornicioni pericolanti, infissi non a norma, fili elettrici scoperti, mancanza di estintori e pompe antincendio. E, se da un lato il ministro Gelmini diffonde proclami sui 350 mln di euro destinati all’edilizia scolastica, dall’altro aumenta il numero di alunni per classe, fino a 30 in alcuni casi, a totale discapito della sicurezza e con l’unica finalità di tagliare posti di lavoro.
A. Suizzo

mercoledì 20 gennaio 2010

NETWORK DI SQUADRA

“Per me sarebbe un gioco da ragazzi”, carusi di squadra, appunto. In quartiere a scuola si cresce presto. Alle medie c’è già chi è stato al minorile per furto, chi è rimasta in cinta e ha lasciato gli studi. Nell’era di Internet e della televisione.

“Connettiti Antonino connettiti”, voce interna suadente, u diavulu. In classe Antonino ascolta Giuseppe, il figlio del boss di zona, parlare di soldi, telefonini, ragazze facili se passi la prova. Lui ha un padre onesto che si fa il mazzo. Lui è mingherlino, sguardo timido, ma forse ha trovato un modo. È un mago del computer.

Descrizione dell'opera
Antonino vuole affermarsi in un quartiere dove la massima aspirazione è diventare "carusu di squatra" (manovali della mafia), per avere successo. Ma lui è fragile, inadeguato a superare la prova. Così, grazie ad Internet, s'inventa una prova tutta sua.